lunedì 27 ottobre 2008

A Puerto Iguaçu

24_10_2008

Torniamo in Argentina, stavolta non per vedere le cataratas, ma per uscire la sera, e conosciamo un pò la città al confine con la nostra: Puerto Iguaçu.

La città è più piccola, più tranquilla di Foz, animata dalle persone che passeggiano a piedi: una città più occidentale, dove è facile incontrare turisti per strada che passeggiano.

Sul porto, la bandiera dell'Argentina e il monolite coi colori della bandiera si fronteggiano con gli stessi oggetti-simboli nelle terre di Paraguay e Brasile.

Qui, seppur attraverso piccoli gesti tutto è più curato, più "a misura d'uomo". Si può finalmente passeggiare con tranquillità e ammirare le tantissime lojas che nonostante l'orario sono aperte...

Dopo un abbondante cena si ritorna a casa e nel passaggio alla frontiera di nuovo il controllo, di nuovo il visto, di nuovo l'ordine che nella frontiera col Paraguai non esiste.

venerdì 24 ottobre 2008

Ultimo giorno con i bambini

Oggi termina il progetto con i 10 (circa..) meninos del CAIA. E stata sicuramente un esperienza positiva per noi e pensiamo anche per loro.
Negli ultimi due giorni hanno dovuto costruire un modello del loro quartiere, decidere quale luogo era per loro positivo o negativo posizionando delle faccine sorridenti o tristi e infine ridisegnare un pezzetto particolare della comunità.
Le parole di uno di loro sono state: dobbiamo disegnare un sogno. E alla domanda: come si disegna un sogno ha risposto semplicemente, così su questo foglio.
Insomma in tutti i disegni non è mancato un campo di calcio e per il resto sono apparse case e giardini e il CAIA. Niente parco giochi o scenari occidentali comuni. Queste sono le realtà che vorrebbero e che gli basterebbero per essere felici.

giovedì 23 ottobre 2008

Cosa c'è in città???

22_10_2008

Cosa c'è in questa città di frontiera? Beh, tutto e il contrario di tutto...

Dal punto di vista urbano e architettonico a un estremo c'è il favelamento diffuso, una corona che cinge la città e qualche altra favela più vicina al centro.

All'altro estremo i condomini chiusi: verticali o orizzontali. I primi sono torri altissime che hanno invaso il centro, super controllate. I secondi delle vere e proprie città di ricchi all'interno della città di Foz, completamente rinchiusi da mura che impediscono oltre all'accesso anche la vista.

E poi le zone residenziali di lusso dove ognuno ha la sua villa recintata da mura e fili elettrici.

Ma quali sono gli elementi più diffusi a Foz? E' strano ma è proprio così:

- studi dentistici...e di conseguenza persone con l'apparecchio

- negozi di scarpe

- chiese

- churrascarias

- campi di calcio o footsal

- hotels...tantissimi hotels

mercoledì 22 ottobre 2008

A lavoro coi bambini del CAIA

21_10_2008

Oggi abbiamo iniziato una nuova esperienza che si prospetta molto interessante e che speriamo lo sia anche per 10 bambini, tra i tanti, di 10-11 anni che frequentano le attività organizzate nel CAIA.

L'idea è quella di provare a indagare sulla percezione che essi hanno dei luoghi in cui abitano e vivono, e cercare di capire attraverso un breve laboratorio come vorrebbero fossero questi spazi. Per ora abbiamo fatto 2 incontri. Il tutto si svolge raccogliendo le parole dei protagonisti, lavorando in giro per il quartiere con le mappe e il mezzo fotografico, e in aula attraverso la costruzione di un piccolo plastico e dialoghi.

Il primo impatto è stato molto positivo: entusiasti hanno provato a cercare sulla mappa subito la loro casa e, durante un percorso, a indicare la strada percorsa. I risultati sono stati molto personali...

Tutto ciò ci sta permettendo di conoscere meglio il quartiere e viverlo più tranquillamente, come protette dalla compagnia dei bambini che salutano chi incontriamo.

Alcune immagini sono quasi scioccanti: incontriamo soprattutto altri bambini, nella spazzatura spesso, che è davvero ovunque. Quasi tutto lo spazio è ricoperto da "case", dove lo spazio resta libero è la natura incolta ad occuparlo.
Ora non dobbiamo che aspettare che i bambini lascino sfogo alla loro fantasia e speriamo tanto che si divertano con noi.

giovedì 16 ottobre 2008

Si rinizia a intervistare

16_10_2008

Accompagnate da Padre Giuliano stamattina presto ci rechiamo in uno dei tantissimi Hotel a Foz, uno dei pochi al centro. Quattro stelle ma la qualità è molto alta e chiara.

Il nostro intervistato, oltre ad essere il direttore dell'Hotel, era presidente della Federazione Alberghiera, e come tanti benestanti ha fatto una scelta di vita: andare ad abitare in uno dei condomini "fechados" verticali che caratterizzano il centro della città.

Il motivo??? La ricerca della SICUREZZA. La verticalità, i sistemi di allarmi, i guardiani 24 ore su 24 riescono a dare la sensazione di abitare in un luogo sicuro, protetto dalla forte criminalità cittadina.

La sua vita si svolge esclusivamente al centro: abitazione, lavoro, chiesa...egli stesso ammette di non conoscere la città dove abita, seppure molti dei suoi dipendenti vivono nelle aree periferiche a lui sconosciute.

L'occasione ci permette di indagare meglio anche sul settore turistico, trainante per l'economia di Foz. Sono in pochi a beneficiarne.
La permanenza media dei turisti è di 2-3 giorni: il tempo per visitare Itaipu, le cascate, il parco, due serate in locali con musica brasiliana...
Le tipologie e le provenienze sono le più disparate. La città non offre un sistema organizzato di servizi aggiunti per il turista, la poca sicurezza inibisce la conoscenza a piedi e mancano le attrattive tipiche delle città europee.

Nonostante ciò i visitatori che giungono in questo punto del mondo sono tantissimi...ma possono dire di aver visto Foz do Iguaçu?Di aver conosciuto la comunità che vi abita?

martedì 14 ottobre 2008

Diversi modi di fare cooperazione

14_10_2008

Aiutare gli altri...non basta solo la volontà! Quale sia il modo migliore è difficile da sapere. Nello stesso giorno abbiamo conosciuto due modi molto diversi di fare "cooperazione", anche se da entrambe le parti gli attori sono nostri connazionali.

Da una parte la costruzione di una casa-famiglia: tanto tanto caos...nessuna organizzazione, molto è lasciato al caso: come costruire? Chi gestirà la struttura? Quale sarà la reazione della comunità?

Dall'altra parte l'esperienza di Madre Terra, ben radicata qua a Foz. Già dai discorsi si scorge maggior buon senso, esperienza, professionalità...L'idea di aiutare dei ragazzi sfruttando le risorse di questa fantastica terra. Tanti ettari di paesaggio brailiano stupendo e produttivo. L'agricoltura, la coltivazione della terra diventa il modo per offrire un lavoro, una casa, un futuro, l'autoconsumo e la vendita dei prodotti locali: un programma più organizzato e a lungo termine.

L'iniziativa di creare intorno a ciò un ulteriore sviluppo attraverso un'altra forma di turismo, alternativo a quello della visita alle Cataratas e alla serata nei locali con musica brasiliana...:la costruzione di un agriturismo integrato alle altre attività.

sabato 11 ottobre 2008

13 giorni a Foz

Circa due settimane a Foz. Difficile ambientarsi subito in una realtà dai ritmi tanto diversi. Difficile capire se questi ritmi sono della città o della piccola porzione in cui viviamo.

Il quartiere di Porto Meira conta 40000 abitanti. Passiamo per le strade in macchina. A parte la visita nelle favelas solo una volta abbiamo percorso a piedi l'avenida Morenitas. Un po impaurite dalle raccomandazioni che ci vengono fatte ogni giorno.

La nostra casa, o meglio la casa dei Padri, si trova tra 3 favela: Morenita 1 Morenita 2 e Ana Robert. Una piccola enclave nel quartiere. Perchè la casa, per motivi di sicurezza è protetta da muri e cancelli sempre chiusi. Appena dietro questi muri tutte le attività: poliambulatorio, prescola, caia. Per aiutare le persone che abitano insieme a quelli da cui ci si protegge.
Qui il silenzio, e 10 cm oltre, le voci dei ragazzi riempie l'aria.

Si vive così per motivi di sicurezza. Gli stessi motivi che portano quasi ogni casa della città ad essere fortificata, protetta da cancelli e fili dell'alta tensione. Gli stessi motivi che portano l'abbandono delle case singole a favore dei grattacieli che si stanno espandendo per la città.

Difficile abituarsi all'idea che chi sta tanto vicino a persone che vivono in condizioni di assoluta povertà riesca allo stesso tempo ad isolarsi completamente da loro.
Difficile non varcare i due limiti che ci separano dalla realtà: il primo il cancello di casa, il secondo sulla strada.
Difficile capire perché se manca il pane si vada in centro con la macchina dove costa di più piuttosto che nel supermarket appena a 10 metri.

Difficile capirlo, se non si entra nell'ottica della paura di essere derubati, aggrediti, spaventati.
Eppure i visi e i modi delle persone ispirano più fiducia di molti altri che si incontrano tra la gente così detta per bene. Difficile diffidare sempre di tutti. Ma a quanto pare qui a Porto Meira è neccessario.